Spesa pipì e Pinocchio

Non è facile in questo periodo di Covid trovare ogni giorno nuovi stimoli per scrivere qualcosa: fondamentalmente, nel privato, succedono meno cose.

Ragion per cui, anche a me, succede meno. E ho meno da raccontare: quindi userò un trucco che usavo quando postavo dall’edicola: iniziavo a scrivere, mi lasciavo trasportare dal flusso e alla fine, qualcosa saltava sempre fuori (tranne quando qualche cliente aveva voglia di rompere le scatole e mi faceva passare la poesia).

Succede poco, dicevo, ma qualcosa succede. Qualcosa siamo obbligati a fare. Un esempio è la spesa, e l’ho fatta con Katia e con Giulia questa mattina.

Quando dobbiamo fare la spesa “grossa” andiamo all’Iper Tosano che ha veramente i prezzi migliori ed è abbastanza vicino a casa nostra; da contro, vista la convenienza è spesso affollato, cosa che in questo periodo non è proprio il massimo della gioia. L’iper Tosano ha anche un’altra pecca: le corsie sono molto strette quindi spesso bisogna ripescare i ricordi della scuola guida per gestire le precedenze altrimenti ci si scontra con i carrelli.

Con una bambina piccola non è semplicissimo fare la spesa “grossa”. Se per le piccole spese non è un problema (o va Katia e io bado a lei, o la porta con se) per arrivare alla soluzione ottimale ci abbiamo messo mesi.

Le prime volte portavamo il passeggino, ma questo occupava tutto il baule della mia auto (non ho un Hummer!) e i sedili anteriori erano occupati dalle borse e, in minima parte, da Katia che si appiattiva in un angolo. Il sedile anteriore è ormai da mesi proprietà di Giulia che, essendo la bambina più buona del mondo, dopo 5 minuti di automobile si assopisce.

Poi abbiamo utilizzato il marsupio ma è stata una soluzione di breve durata: i bambini piccoli crescono ad una velocità impressionante (finché non ne hai non lo puoi capire) e presto si è resa necessaria la fascia.

La fascia non è altro che una fascia (ma va?) che, una volta legata attorno al corpo in una maniera che ha un chè di magico e che non ho mai capito, tiene il poppante attaccato al corpo, stabile e comodo.

Ovviamente stamattina era in lavatrice quindi abbiamo preso 2 carrelli e messo Giulia nel seggiolino della macchina all’interno di uno di essi. Nell’altro la spesa.

Sebbene Giulia che, ripeto, è la bambina più buona del mondo sia sia presto addormentata, girare per le microcorsie con 2 carrelli non è proprio così agile e benché Katia scivolasse agile tra la gente come una massaia ben navigata al mercato cittadino io ero spesso a disagio e cominciavo a sudare non appena c’era qualcuno dietro di me che voleva passare.

Mi scappava anche la pipì.

Ho chiesto a mia moglie di badare a entrambi i carrelli mentre io avrei varcato l’apposita uscita senza spesa per andare nel bagno del centro commerciale mentre lei mi avrebbe atteso con spesa e prole.

Ovviamente ho sbagliato uscita: era quella d’emergenza e quando, con la disinvoltura di Ronaldinho mentre dribblava un difensore, ho aperto il cancello è suonato l’allarme, una cassiera mi ha cazziato dandomi del lei, e molte facce si sono girate verso di me per sottolineare con sguardi torvi il fatto che sono un coglione.

Bè, alla fine ho evitato di fare la pipì perché avevo paura di fare altre figure, ma vorrei tranquillizzare tutti i lettori: l’ho fatta dopo aver pagato e, mentre svuotavo la vescica, Katia ha pensato bene di buttare un euro nelle macchinette che, con un braccio meccanico se hai fortuna, ti fanno vincere un peluche, o comunque qualche puttanata.

E che cazzo, ha pure vinto un pupazzo di Pinocchio. Io in 38 anni di vita ho vinto solo un pacchetto di Marlboro Light in seconda media in quelle macchinette lì e le dovetti pure nascondere a scuola per paura che i miei me le trovassero.

Adesso il Pinocchio è di proprietà di Giulia che guardandolo esclama soddisfatta “Dheee”.


Lascia un commento