Archivi del mese: giugno 2014

Caro maturando/a


Il brutto di lavorare come fotografo nei locali estivi è che se piove la serata è annullata.

Stasera dovevo lavorare, ma ha piovuto: la sfortuna è che a casa mia c’era sereno, mentre nel paese del locale diluviava; mi sono trovato là senza poter far nulla se non prendermi una birra e guardarmi gli ultimi 20 minuti di Brasile Messico.

Per la cronaca, zero a zero.

Prima di tornarmene a casa mi è capitato tra le mani il Giornale di Brescia di oggi. Ho superato lo shock ti toccare un quotidiano dopo pochi istanti e mi caduto l’occhio sull’articolo a fondo pagina che mi avvisava che domani un considerevole numero di studenti farà la maturità.

Oh, l’ho fatta anche io la maturità! C’erano i mondiali anche quell’anno!

Si, ma erano i mondiali di Corea 2002: sono passati 12 cazzo di anni. Vieri giocava ed era più giovane di me oggi, e l’Italia aveva tra i convocati anche Mark Iuliano (!). Fu un mondiale tristissimo dove arrivammo ai quarti per culo e fummo imbarcati dai padroni di casa della Corea. Ricordo ancora le seghe mentali sull’arbitro che ci sfavorì ma pochi ricordano il gioco pietoso della nostra nazionale.

Ma tant’è.

E sono passati 12 anni, lo ripeto.

Ho qualche pelo della barba bianco, se supero le tre birre serali il giorno dopo sono un cadavere e in macchina ascolto di buon grado Isoradio perché fa bella musica.

Ai tempo della maturità mi facevo la barba con cadenza regolare, lavoravo in un bar bevendo l’impossibile e dopo aver dormito tre ore ero fresco come una rosa e in macchina avevo dei cd preparati appositamente per ogni occasione con compilation dedicate.

Caro maturando/a, credimi, adesso hai paurissima e ti caghi addosso per una cosa che, alla fine, è sia il più grande esame della vita che una delle più grandi inutili cazzate della vita stessa, ma tra 12 anni ripenserai a quanto eri magro/a, a come cazzo facevi ad ascoltare Emis Killa e che ai tuoi tempi i giovani erano molto più fighi degli sfigati contemporanei.

Io ti ho avvisato, ma non potrò aiutarti: tra 12 anni sarò pelato e andrò a fare i primi esami per vedere se la prostata è ok.

Come vedi, gli esami non finiscono mai.

 


Il voto a Chiari


Ora che non lavoro in edicola ho molto tempo libero. Il mio passatempo preferito è scendere le scale e guardare nella cassetta della posta se per caso è arrivata in anticipo la mia copia settimanale di Vanity Fair. In alternativa salgo con le pubblicità dei supermercati e me le guardo con interesse mentre faccio la cacca.

Ultimamente la mia cassetta della posta è intasata da volantini pubblicitari del candidato sindaco Giuseppe Gozzini.

Va bene una volta, va bene due, ma un giorno si e un altro pure mi trovo nella cassetta il suo faccione curiosamente somigliante a Mazzarri un po’ invecchiato e la cosa mi ha dato da pensare. Chissà magari è l’uomo giusto.

No.

Avevo pensato di investire i miei risparmi in un phone center e lui non li vuole! Pensavo “cazzo non ce ne sono più da anni, ma credo che la gente e gli extracomunitari preferiscano venire da me e spendere di più che chimare i parenti con Skype”.

Invece nulla, il mio sogno è tramontato.

Ho pensato di darmi al misticismo, magari cambiare religione: ma sebbene a Chiari ci siano una marea di Chiese e se non erro anche un tempio dei testimoni di Geova, la moschea non si farà. A quanto ne so nessuno l’aveva richiesta e non saprei che male possa fare.

Ma la sinagoga invece? Sarebbe figo avere una sinagoga!

Però pensandoci porterebbe immigrati, e visto che Gozzini dice NO allo sportello degli immigrati magari ci troveremmo immigrati che pregano dove meno te lo aspetti e che ti fanno domande sui permessi di soggiorno.

Bè, se creano disordini c’è la polizia locale che verrà potenziata, anche se non mi spiego perché in questi anni sia stata invece depotenziata: più di una volta, quando abitavo in piazza, ho visto gente che pippava sotto casa mia e cercando di segnalare la cosa alle forze dell’ordine il telefono ha squillato a vuoto. Ah, gente italiana: probabilmente gli extracomunitari erano tutti a fare picchetti per la creazione di moschee.

Lasciando perdere l’ironia, ieri mi sono seguito lo streaming del confronto tra i due sindaci. L’ho fatto da casa, in mutande, ma l’ho seguito con attenzione.

Da parte di Gozzini ho trovato molto vittimismo, molto pressapochismo e un’attitudine a dire che in quello che è stato fatto lui non centrava perché non c’era. Molto meglio Vizzardi che ha ostentato più sicurezza, più contenuti e una migliore proprietà di linguaggio.

Voi fate un po’ quello che vi pare, ma io voterò Vizzardi: in primis perché quello che ha detto mi ha colpito di più dei mille volantini e dei camion vela di Gozzini (che francamente hanno rotto il cazzo). In secondo luogo non si puà ancora cercare di difendere il progetto golf con vari giri di parole.

E soprattutto, dopo dieci anni in cui l’immigrazione è aumentata sotto la giunta Mazzatorta, dire che la contrasteranno con le stesse misure che l’hanno fatta aumentare è a dir poco ridicolo.

Nella foto, Mazzarri.


Giusto per rompere il cazzo


Per settimane non ho scritto e ho avuto parecchie idee bellissime sull’argomento di questo post.

Ma ovviamente, posterò una stronzata.

Stasera mentre lavoravo in una discoteca di musica latina ho visto una ragazza che non ballava. Le ho chiesto per quale motivo e lei mi ha risposto che nessun cavaliere l’aveva invitata.

Le ho chiesto perché non invitasse lei qualcuno, ma mi ha guardato inorridita.

Alla fine mi ha spiegato la regola base del ballo latino americano: escludendo i ballerini dell’animazione, l’uomo (cavaliere) invita la donna (dama) a ballare.

Eh, checazzo, mica lo sapevo io.

Mi ha anche detto un’altra regola: se tu abbandoni la tua dama (o cavaliere) nel mezzo della canzone è considerato altamente offensivo. Tipo andare in chiesa e bestemmiare; magari col pisello fuori.

Allora mi sono venute due idee. Due grandi idee.

  1. Potrei imparare a ballare latino americano e, dopo un paio d’anni di corsi sarei un buon ballerino. Fatto questo andrei in un qualsiasi locale, inviterei tutte le dame una ad una ed una a una le abbandonerei a metà canzone. Giusto per il gusto di rompere il cazzo.
  2. Potrei imparare a fare il Deejay, poi mi specializzerei nel latino. Farei un po’ di gavetta e poi approderei in qualche locale famoso. A quel punto metterei un cd dove in loop andrebbe la stessa canzone. Pensate: una bachata lunga 74 minuti. Ovviamente, per non essere maleducati, le dame e i cavalieri non dovrebbero smettere di ballare. Farei questa cosa giusto per rompere il cazzo.

Ecco, ora vado a dormire. Ci sentiamo al mio prossimo attimo creativo.